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Descrizione sgb - parrocchia San Giovanni Battista Jesolo

Parrocchia San Giovanni Battista
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La prima chiesa
1102/1118 - A San Giovanni Battista è dedicata la chiesa con annesso monastero fatto erigere dal doge Ordelafo Falier sulle sponde del Piave; diverse ipotesi pongono la chiesa lungo il tracciato dell'omonimo canale fra Jesolo e Passarella o accanto alla cattedrale delle Mure.
1211 - Il vescovo Andrea offre la chiesa di San Giovanni, con tutte le sue pertinenze, ad una certa monaca Agnese. Il monastero deve al vescovo la quinta parte del raccolto di una vigna confinante con la cattedrale e le decime di un' altra vigna pure di proprietà del vescovado. Certamente da questa data la chiesa di San Giovanni Battista funziona come battistero della cattedrale di Santa Maria. Otto giorni prima della festa di San Giovanni le monache devono offrire al vescovo due ampolle di vino. 1248 - (11 agosto) Il vescovo Leonardo "...rimette al monastero di San Giovanni ogni debito di quinta e di decima parte in cambio di una sola anfora di vino puro...".
La seconda chiesa
1495 - La "nuova chiesa parrocchiale" sorge sulle rive dell'ansa del Sile (attuale piazza Fanti del Mare), a valle dell'abitato e probabilmente sulle "vestigia" della chiesa di Santa Lucia disegnata in molte carte del XVI e XVII secolo. la fabbrica non vanta dimensioni rilevanti ed è probabilmente costruita con i materiali delle rovine della cattedrale e del "campanilazzo".
1526/1582 - Il territorio di Cavazuccherina e di Eraclea passono dalla giurisdizione patriarcale veneziana a quella vescovile di Torcello. I parrocchiani sono 600 di cui 400 "da comunione". La chiesa compare col titolo di Santa Maria di Cavazuccherina; il giuspatronato è esercitato dalle famiglie Malipiero e Gradenigo. C'è il cimitero e in alcune carte appare già un campanile.
1629/1689 - La chiesa è a una sola navata, o croce latina; sull'altar maggiore vi è uno palo con la Vergine, San Giovanni e Santa Lucia. Altri altari sono dedicati alla Vergine del Rosario, o San Carlo, o Sant'Antonio da Padova e alla Santa Croce, curati dalle rispettive Confraternite; molte reliquie sono conservate in teche dipinte di legno e vetro. Il cimitero è recintato da mura e il campanile "supera la chiesa di molti passi".
La terza chiesa
sec. XVIII - La vecchia chiesa viene "allungata e resa più capace di quella che era". Il patrono è Tommaso Querini. Al suo interno sono poste nuove pale d'altare, nuovi quadri e statue. La struttura vanta anche un "portale antico con iscrizione bizantina" (trovato assieme ad altre pietre dell'altare barocco a far da spalla al ponte della Vittoria durante i restauri del 1986).
1737 - La "nuova chiesa" è consacrata dal vescovo Vincenzo Maria Diedo il 26 maggio. Il diritto di patronato è trasferito agli abitanti di Cavazuccherina. Sulla volta dell'altare maggiore è dipinta Santa Eurosia, patrona delle vigne.
1800 - La fabbrica risulta ormai insufficiente alla popolazione: è larga circa mt. 10, lunga 26 e alta poco più di 9. L'interno continua ad essere a navata unica con due cappelle laterali; la nicchia del fonte battesimale s'apre alla sinistra del portale d'ingresso e dalla stessa parete sporge il pulpito. Il campanile, a base quadrata (mt. 3,50x3,50), è alto 27 metri. 1900 - I parrocchiani sono divisi fra quanti propendono per il recupero della vecchia chiesa e quanti invece sono favorevoli alla costruzione di un tempio nuovo. Il parroco invita addirittura il patriarca Sarto a tranquillizzare gli animi. Il 25 aprile, a Cavazuccherina, alla presenza del patriarca si concorda di affidare il progetto all'ing. Bozzoli di San Donà e all'ing. Saccardo di Venezia, ma anche i due professionisti sono divisi tra "restauro e nuova costruzione". Dopo un abile lavoro diplomatico i due sono convinti a proporre un unico lavoro. Viene così presentata una relazione concorde "intorno alla scelta definitiva del luogo per l'erezione della nuova parrocchiale". La nuova struttura sarà alzata sul fondo D'Este (attuale area tra le piazze Fanti del Mare e Repubblica) con facciata rivolta sul piazzale comunale "utile alla tranquillità del servizio religioso e alla pubblica sicurezza..."; il costo è di £. 45.544,02 a cui si deve aggiungere l'acquisto del terreno e dell'abitazione della famiglia D'Este. L'impegno è gravoso e alcuni sono contrari al luogo prescelto perché troppo vicino al canale Cavetta (che passa ancora per il centro del paese). Scoppiano nuove dispute. Il parroco ricorre ancora al patriarca il quale interviene ad un comizio in chiesa. Questa volta si decide di affidare l'elaborazione di un altro progetto all'ing. Berchet. 1904 - Il tecnico propone "...una chiesa che dovrà sorgere con lo facciata rivolta a chi viene in piazza dalla via principale ... per non sospendere l' officiatura sarà costruita prima lo metà ad ovest col coro e lo sacrestia, lasciando in piedi e libera la vecchia chiesa, per poi chiudere provvisoriamente lo parte già eseguita, trasportare in quella l'officiatura e procedere alla demolizione della vecchia chiesa ed al completamento della nuova... Sarà di stile gotico, a tre navate con coro e abside pentagonale¦ sarà lunga mt. 37, larga mt. 22 e alta mt. 20 (al culmine della facciata)... il costo complessivo sarà di £. 143.287,01". Anche questo progetto si arena, probabilmente sulla impossibilità di far fronte alla spesa.
1909 - Quando il Comune tratta con lo ditta Rossi l'acquisto dei terreni a nord del municipio (attuale piazza Matteotti) per lo costruzione delle scuole, s'inserisce nel contratto anche il fondo per lo costruzione della nuova chiesa. All'ing. Paoletti, che segue l'intera pratica, si affida l'incarico del progetto.
La quarta chiesa
1910 - Il 13 novembre il patriarca Cavallari presenzia alla posa della prima pietra. L'anno seguente le fondamenta sono completate e con esse anche i fondi disponibili. La guerra blocca ogni ulteriore progetto. La vecchia chiesa viene intanto irrimediabilmente danneggiata insieme al suo campanile.
1920 - Ritornati i profughi si erige una chiesa-baracca sul cui altare viene riposta lo statua dell'Immacolata (ora nella grotta di Lourdes) estratta integra dalle macerie dal Reggimento Marina "San Marco". Un nuovo progetto dell'arch. Zucchini viene bocciato dalla commissione artistica dell'Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra. Si ritorna all' originario progetto del Paoletti. Il piano finanziario prevede lo copertura della spesa con il risarcimento per i danni di guerra (£. 160.000), con offerte dei parrocchiani (sei annualità di £. 70.000) e altre 200.000 lire da privati quale copertura per l'accensione di prestiti bancari.
1924 - L'impresa Montagner vince l'appalto per la costruzione del tempio (concorrono anche le imprese Tambosso, Marchesin, Seno di Cavazuccherina e Fossi di Venezia). Arrivano i primi finanziamenti statali e dei privati (Frova £. 60.000, Falck £. 16.000, Guarnieri £. 15.000, Janna £.8.000, Rosetti-Gardini £.3.000, Casellati £. 3.000).1927 - Il 5 giugno alle ore 5.30 il parroco con "una semplice ma suggestiva cerimonia trasporta il Santissimo dalla chiesa-baracca alla nuova chiesa intonando il Te Deum...". Il 9 ottobre alle ore 6 il patriarca La Fontaine benedice lo chiesa in forma solenne e presenzia poi all'inaugurazione del ponte sul Piave Vecchio con il Duca D'Aosta Emanuele Filiberto.
1928 - con "l'obolo delle donne" si acquista lo statua del Sacro Cuore. La notte di Natale s'inaugura il nuovo organo.
1929 - Il 15 agosto si inaugura lo statua della Madonna comperata con "l'obolo delle donne di casa".
1930- Il pittore Guido Pini di Conegliano dipinge il Battesimo di Gesù nell'abside. 1934 - Il 19 marzo è benedetto il nuovo Battistero di marmo donato dalla popolazione al parroco Ferracina per la sua nomina a canonico onorario di San Marco.
1942 - E' smontato il vecchio e provvisorio campanile e le due campane sono alloggiate nelle arcate costruite sul tetto della cappellino della navata sinistra.
1966 - Viene smembrato il presbiterio, l'altare trova una nuova sistemazione e vengono affisse cinque tavole (il Cristo e i quattro evangelisti) del pittore Casaril, dono della comunità per il XXV° di ordinazione del parroco. Un grande crocefisso in legno sostituirà successivamente i cinque quadri.
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